30/04/25 RICORDO DI DON ANDREA BRUNO PRIMO SINDACO DI DIAMANTE. PILLOLE DI STORIA DI FRANCESCO CIRILLO
Il Prof. Ciro Cosenza ricorda così Don Andrea Bruno primo Sindaco di Diamante:
Il 13 Settembre 1995, l’Amministrazione comunale di Diamante. mostrando grande sensibilità, ha organizzato una serie di festeggiamenti per il 100° compleanno di Andrea Bruno, cittadino sin dalla nascita di questo ameno centro sul mare. Ma Don Andrea Bruno, come da sempre qui è chiamato, non è un centenario “qualunque”- anche se nessun centenario è “qualunque” – perché egli rimarrà ormai storia del paese: è stato infatti il primo Sindaco di Diamante dell’era repubblicana. Lucidissimo, in Diamante dell’era repubblicana. Lucidissimo, in pieno possesso delle sue facoltà mentali, autonomo perfettamente, è una fonte inesauribile di notizie, un’autentica memoria storica di quel periodo. Caduto il regime fascista, liberata l’Italia meridionale, mentre ancora al centro-nord infuriava la bufera, con un decreto prefettizio veniva incaricato di formare una giunta provvisoria per amministrare il paese. E lui snocciola a memoria, senza consultare appunti i nomi dei suoi collaboratori: Nicola Leone, Michele Bartalotta, Alfredo Morelli e Gigino Rugiero, quest’ultimo chiamato a rappresentare la frazione di Cirella. Erano tempi grami, disoccupazione dilagante, quasi inesistente il commercio, precarie le comunicazioni con i grandi centri. Le ferite inferte da venti anni di dittatura e da una guerra atroce, erano ben visibili, ma ancora più dolorose erano quelle che non apparivano, ma che molti serbavano nei propri cuori. Eppure quest’uomo serio, onesto e pieno di entusiasmo si mise al lavoro e operò cosi bene che, nel 1946, quando si tennero le prime elezioni amministrative, la sua lista, una lista civica con l’emblema del “gallo “ stravinse. Così come stravinse nel 1952, quando con la lusinga di un’assunzione alla Cassa di Risparmio, fu convinto a mettere in testa alla sua compagine l’emblema dello “scudo crociato”. I maggiorenti della zona dovevano dimostrare di aver conquistato un altro comune. Tempi difficili quelli per chi “osava” propugnare una fede diversa. Niente assunzioni governative, solenni bocciature ai pubblici concorsi, fastidi e dispetti d’ogni genere dalle autorità comunali e persino terribili reprimenda dietro le grate del confessionale. Don Andrea però tirava diritto per la sua strada e, pur senza contributi, come ama ricordare, mise in atto, punto per punto, un ambizioso programma: «Pavimentazione del paese, vicoli compresi, miglioramenti delle linee elettriche e telefoniche, aumenti salariali agli impiegati comunali, arredi per tutte le Scuole dell’obbligo, istituzione della Scuola Media, servizio di autocorriera per Castrovillari». Quando poi nel 1956 fu sconfitto per una manciata di voti, gli avversari, oggi tutti morti, lo trascinarono in giudizio per truffa ai danni del Comune. Era in uso allora, costume da basso impero, vendicarsi e infierire sugli sconfitti, con soprusi anche ai familiari e ai loro sostenitori. Il processo dinanzi al Pretore di Belvederee Marittimo fu un altro trionfo per don Andrea Bruno: «Assolto per non aver commesso il fatto».

Il giorno del suo centesimo compleanno, dopo la festa nella chiesa arcipretale dell’Immacolata, gli è stata donata una targa dall’attuale giunta, mentre il Sindaco Ernesto Caselli si toglieva la fusciacca tricolore per farla indossare, ancora una volta a don Andrea. A sera, dalla sua dimora che dà sul Lungomare, don Andrea ha assistito ad uno spettacolo in suo onore, in un tripudio di folla e di applausi, sebbene in televisione ci fosse Borussia-Juventus! Gli era accanto la moglie, donna Nina Zappia. consigliera fedele e affettuosa. Benefattrice nota per aver sempre dato tutto il suo ai poveri. Anche oggi, di un introito di ventitré milioni, ha trattenuto solo le spese per i funerali propri e del consorte, quando Dio vorrà dice lei, fra altri cento anni augura la gente, e ha donato il resto alla “gente bisognosa” come ama dire. Anche con gente come questa era dunque nata la “prima” Repubblica.
di Francesco Cirillo
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