06/12/23 IL PALAZZO DELLA CULTURA INTITOLATO A FRANCO GALIANO. LE RIFLESSIONI DI ANGELO ADDUCI, PRESIDENTE DEL CONSORZIO DEL CEDRO DI CALABRIA
A Santa Maria del Cedro il “Palazzo Franco Galiano”. La soddisfazione e le riflessioni del Presidente del Consorzio del Cedro di Calabria Angelo Adduci:
“Ho colto ed apprezzato il gesto del Sindaco di Santa Maria del Cedro, Avv. Ugo Vetere, di intitolare il Palazzo della Cultura al poeta e scrittore Franco Galiano. L’ho apprezzato per il significato che ha in sé quella struttura, ma anche per il luogo dove questo è allocata, ovvero di fronte alla Chiesa dello Spirito Santo, in Piazza Don Francesco Gatto. Alcune volte i simboli esprimono significati che difficilmente riusciremmo a esprimere con la sola parola.Tutta la storia di Santa Maria del Cedro e della cedricoltura moderna è concentrata in questi luoghi. La dedica che il Sindaco e l’intera amministrazione comunale fanno a Franco Galiano non ha soltantolo scopo di omaggiare questo nostro concittadino, ma ha un significato ed una prospettiva più grande. Egli è già nella storia, lo è per la sua saggezza, per i valori che ha custodito e tramandato, per le sue lectiones magistrales, per i suoi saggi sui pensatori calabresi, per le poesie in vernacolo, per le relazioni che ha intessuto. Per tutto ciò, oggi è conosciuto ed apprezzato sia in Italia che all’estero.
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Con questa intitolazione il Sindaco di Santa Maria del Cedro vuole offrire una preziosa opportunità non solo alla propria comunità, ma atutte le comunità locali. Come dicevo, il Professore Galiano è già nella storia, gliel’hanno riconosciuto tutti, dal Presidente Giunta Regionale, Roberto Occhiuto, all’Assessore alle Politiche Agricole e Forestali, Gianluca Gallo, dagli ambasciatori che hanno fatto visita alle nostre comunità, ai rappresentanti istituzionali dell’UCEI. A noi tutti, oggi, spetta il compito di cogliere il significato del suo lavoro, come forma di riscatto e di autodeterminazione, perché non ancora completamente spiegato e compiuto. Comprenderlo appieno ci fornirebbe un’importante chiave di lettura dei processi culturali, identitari, artistici e letterari del Meridione.
Franco è stato il poeta e lo scrittore che si è occupato maggiormente del Cedro di Santa Maria del Cedro. Ne era incantato, innamorato ed estasiato, tanto da dedicare la gran parte della sua produzione letteraria, e della sua prolifica attività, alla valorizzazione e promozione di questo frutto divino e identitario, fine e strumento che ha guidato le sue azioni, rappresentando un’opportunità di affrancamento per le nostre comunità, e al tempo stesso un’occasione per rifunzionalizzare la nostra storia e le nostre radici.
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La Calabria (e la Riviera dei Cedri) è stata terra di feudi, e quindi di soprusi. La nostra storia, infatti, non è quella che risulta nella storiografia ufficiale. Franco Galiano, continuando nell’opera visionaria di Don Francesco Gatto, ha reso, invece, omaggio alla nostra identità e alle nostre radici, attraverso il valore tangibile dell’universalità del Cedro di Santa Maria del Cedro. Ma la sua opera fornisce una chiave di lettura ancora più articolata e complessa se posta in relazione con la sua terra: tutto il suo lavoro va inquadrato come un’opportunità offerta alla Riviera dei Cedri di potersi riconoscere come comunità unica ed unita, quella del Cedro; e grazie a questo, di potersi aprire e confrontarsicon il mondo.
Con Franco ho condiviso tanti progetti, diverse battaglie, compresa quella del riconoscimento della certificazione DOP. La passione per il Cedro ci ha spinto, poi, a realizzare insieme molte opere dedicate al “sacro agrume” (come gli piaceva definirlo), tra cui “Il Cedro nella realtà e nel desiderio”, ultima sua fatica realizzata in collaborazione con il Consorzio del Cedro di Calabria, che ad oggi rappresenta la summa degli studi più autorevoli sul Cedro. Franco “aveva fame e sete” di dialogare con i giovani, nelle scuole, nelle Università, nei luoghi di cultura. Questo frutto per lui era al contempo fine e strumento di riscatto, ed elemento di dialogo interculturale ed interreligioso, così come è risultato durante il Mediterraneo Cedro Festival, dove questo suo approccio si è pienamente manifestato, mentre lui si congedava. I giovani di questa terra hanno il diritto-dovere di apprendere dai libri gli insegnamenti lasciati dai grandi Maestri: Manzoni, Leopardi, Pascoli, Foscolo, De Andrè, Guccini e Battisti, ma anche quelli trasmessi da altri grandi Maestri, come Corrado Alvaro, Gioacchino Da Fiore, Franco Galiano ed Otello Profazio, senza dimenticarci di Vittorio Sollazzo, Arturo Biancamano e di Enrico Esposito…così come anche la cultura della tarantella calabrese, che custodisce i tratti distintivi della cultura e delle tradizioni della nostra gente. Grazie Franco. Il Presidente Angelo Adduci.”
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