06/04/25 PILLOLE DI STORIA DI DIAMANTE E CIRELLA, A CURA DI FRANCESCO CIRILLO: A QUANDO RISALE LA PRIMA FIERA DELL’8 DICEMBRE FESTA DELL’IMMACOLATA
La fiera dell’8 dicembre a Diamante ha una data precisa ed è quella del 15 Maggio 1831, una data che i diamantesi dovrebbero tenere a memoria. È la data dell’istituzione della prima fiera. I Borbone non erano propensi a concedere fiere e mercati. E per ottenere una fiera non era semplice. A quei tempi avere una fiera con mercato nel paese, voleva dire da una parte fare entrare soldi nel circuito commerciale ma dall’altra concentrare ladri, far arrivare prostitute, scatenare risse fra ubriachi. I Borbone temevano anche che in queste circostanze si potessero organizzare gli oppositori e che potessero organizzarsi riunioni e moti rivoluzionari. Con l’intercessione del Vescovo di San Marco Argentano, Diamante riuscì in quella data ad organizzare una fiera, intitolata all’Immacolata Concezione; doveva svolgersi dal 3 all’8 dicembre di ogni anno nel luogo detto piazza a Torrioni, con l’obbligo di vendere «panni, biancheria, salumi, salami ed altro». La piazza dei Torrioni è l’attuale piazzetta alla fine di Corso Garibaldi; probabilmente più larga e collegata a piazza del Popolo, certamente di epoca cinquecentesca. In effetti Diamante era sede di rivoluzionari e laici e per questo gli agenti Borbone la tenevano d’occhio. I primi ad essere tenuti sotto occhio dai Borbone erano i maestri di scuola. Questi maestri diamantesi erano un po’ ribelli e più volte sfidarono le autorità nel campo dell’istruzione. L’occasione per ribellarsi arrivò il 10 gennaio del 1843, quando il sovrano affidò interamente ai Vescovi le scuole ricadenti nelle proprie diocesi, e nel 1849 Re Ferdinando emanò un decreto contro gli innumerevoli libri «perniciosi» che circolavano fra le «mani dell’inesperta gioventù»; così venne vietato lo spaccio dei libri ai venditori ambulanti e alle librerie che non avevano regolare permesso e gli stessi librai autorizzati avevano l’obbligo di consegnare alle autorità di polizia la lista dei volumi che tenevano nelle loro botteghe. Di conseguenza ogni maestro che adottava libri non approvati dai Vescovi veniva immediatamente destituito. Furono molti nella zona e in Calabria gli insegnanti laici che si ribellarono a questo decreto e per questo schedati o licenziati: Federico lannuzzi e Filippo Miscinetti di Fuscaldo; Cedornetti di Belvedere, Alessandro Pagano di Diamante e in seguito anche il maestro Vincenzo De Vita sempre di Diamante che nonostante tutti i divieti aveva continuato a insegnare a leggere e a scrivere non solo ai suoi compaesani ma anche ai forestieri. Furono molti i Diamantesi che parteciparono ai moti del 1848 contro il Re Ferdinando II. Tutti i rivoltosi furono arrestati e processati in quanto organizzatori di bande armate, o di atti di sabotaggio o di deturpamento di monumenti o di ingiurie. Molti furono processati insieme ad altri rivoltosi di altri paesi vicini come Grisolia, Maierà e Verbicaro.
di Francesco Cirillo

- Una Piazza in ricordo dei Diamantesi caduti sul lavoro. Pillole di storia di Francesco Cirillo
- Bisignano: Grande successo per la 2^ edizione del concorso internazionale flautistico “Franz Doppler” 2025
- San Nicola Arcella: Al via il 1° Trofeo di Scacchi “Birra Cala”. Sport, cultura e promozione del territorio
- Ricordo di Don Andrea Bruno primo Sindaco di Diamante. Pillole di storia di Francesco Cirillo
- Ecoross premia 18 lavoratori per l’impegno nella sicurezza sul lavoro
- Regione: Presentato in Cittadella il marchio De.CO identitaria (Denominazione Comunale di Origine)