30/01/24 SCALEA: L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE REVOCA LA CONCESSIONE DELLA PISCINA COPERTA ALL’A.I.A.S. LA STRUTTURA ERA STATA DISTRUTTA DA UNA TROMBA D’ARIA E VERSAVA IN UNO STATO DI ABBANDONO
L’area su cui giace ormai da più di dieci anni lo scheletro della piscina comunale tornerà nella disponibilità del Comune di Scalea. Con delibera di Giunta, l’Amministrazione Perrotta ha dato mandato agli uffici di revocare la concessione all’A.I.A.S. dichiarare decaduta la convenzione e, contestualmente, approntare uno studio di fattibilità per far si che la piscina coperta possa tornare ad essere a disposizione della collettività.
“Ci siamo trovati di fronte ad una situazione di stallo – ha spiegato il sindaco Perrotta – verso la quale abbiamo cercato soluzioni che potessero superare il contenzioso aperto ai danni del comune di Scalea per un evento funesto e dannoso. Purtroppo la decisione in primo grado difficilmente si potrà avere nel corso del 2024, e con ogni probabilità la parte soccombente avrà interesse a proporre appello ed eventuale ricorso in Cassazione, prolungando l’iter processuale di una quantità di anni che sommati a quelli già trascorsi lascerebbero una struttura inutilizzabile e un danno d’immagine evidentissimo”.
Come si ricorderà la concessione della piscina comunale risale all’ottobre del 2011 quando la struttura fu affidata all’A.I.A.S. (Associazione Italiana Assistenza agli Spastici) Sezione Cetraro. La concessione del servizio di gestione dell’attuale complesso relativo alla piscina comunale coperta di Scalea sita in via Po Loc. Ex Campo Volo aveva la durata di 25 anni, con esclusiva finalità di consentire la pratica di attività ricreative e sportive. Purtroppo il 30 settembre del 2013 la piscina subì ingenti danni, tutt’oggi visibili, a causa di un evento meteorologico. La conseguenza fu da una parte una situazione di abbandono prima e di crescente degrado poi della struttura e dell’intera area, dall’altra una causa civile promossa contro il Comune di Scalea dall’ A.I.A.S. che ha chiesto l’accertamento di un presunto inadempimento contrattuale da parte dell’ente, il risarcimento del danno, oltre alla condanna del Comune al ripristino dello stato dei luoghi. Sin da subito il Comune di Scalea si è costituito in detta causa ed ha contestato l’intera domanda per insussistenza del danno, tra l’altro, e comunque affermando la non attribuibilità al Comune di alcuna responsabilità, in relazione alla ripartizione del rischio recata nel contratto di concessione.
“Ad oggi – ha spiegato il Sindaco Perrotta – permane lo stato di trascuratezza dell’impianto e dell’are che reca grave pregiudizio al pubblico decoro, anche per posizione di visibilità dell’area. Sussiste inoltre il concreto interesse pubblico al ripristino della piena fruibilità del bene civico a favore della cittadinanza, che da oltre dieci anni non è funzionante. In più c’è da considerare che per l’amministrazione sussiste specifico obbligo alla piena valorizzazione dei cespiti comunali in funzione del pubblico interesse e che la piscina comunale ricade in area demaniale marittima di proprietà dello Stato in concessione al Comune di Scalea, per la cui occupazione l’Ente corrisponde regolare canone all’Erario, condizione che rafforza la motivazione di pubblico interesse, nell’ottica del razionale utilizzo delle risorse pubbliche, perché si realizzi il pieno sfruttamento della struttura per le finalità di pubblico servizio a beneficio della comunità amministrata.
Per tutti questi motivi – ha concluso il Sindaco di Scalea – non avendo in questi ultimi anni trovato un accordo transattivo percorribile per riattivare la struttura mantenendo la gestione in corso, abbiamo deciso di procedere con la revoca della concessione di gestione del servizio della piscina coperta alla A.I.A.S. ONLUS con conseguente decadenza della convenzione per l’affidamento in gestione e dare indirizzo al Settore Tecnico comunale per la redazione di studio di fattibilità per un intervento di riqualificazione e connessa procedura ad evidenza pubblica per la gestione dell’impianto. La volontà e la necessità comune di riqualificare l’area e riconsegnare al territorio una struttura funzionale ad uso pubblico è un’esigenza collettiva che non può attendere oltre”.
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