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Lectio magistralis del Prof. Nuccio Ordine presso la Regione Calabria 1

DIAMANTE (CS) 26/02/19- La Regione Calabria ha promosso nella Cittadella a Catanzaro un incontro tra il professor Nuccio Ordine, insigne studioso e docente di Letteratura Italiana all’Università della Calabria, nato a Diamante (CS), apprezzato in tutto il mondo per i suoi studi sulla filosofia italiana e per il suo impegno sul tema della cultura classica nella contemporaneità, e alcune classi di studenti e docenti di diversi istituti scolastici calabresi: i Licei Classici Galluppi di Catanzaro e Morelli di Vibo Valentia, lo Scientifico Maiorana di Girifalco, la Scuola Media dell’istituto Comprensivo di Sersale, i Licei Classici Telesio e Della Valle di Cosenza.

Un’iniziativa, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale, fortemente voluta dal Presidente Mario Oliverio e dall’Assessore all’Istruzione Maria Francesca Corigliano che nell’introdurre l’incontro ha sottolineato: “gli sforzi che la Regione sta compiendo per rafforzare l’intero sistema scolastico e universitario calabrese e dotare gli sudenti e gli insegnanti di quegli strumenti, che soprattutto in una regione del Sud, necessitano a fronte di notevoli difficoltà e disagi sociali decennali”.

Al centro della lectio magistralis di Nuccio Ordine sul tema: “Vivere per gli altri, i classici e la solidarietà umana”, l’importanza dei valori che ognuno deve acquisire attraverso la letteratura, e non soltanto con lo studio semplice dei manuali, per rafforzare la propria coscienza e resistere alla barbarie e alle banalità del nostro tempo.

“Perchè – afferma il Prof. Ordine – se la scuola e l’università si riducono alla sola funzione di creare “polli da batteria”, pronti da immettere sul mercato del lavoro, avranno fallito la loro missione, che è quella di formare donne e uomini qualificati e liberi, in grado di dire no a un mondo sempre più piegato ai valori del consumo rapido, della ricchezza materiale, dell’immoralità e della mancanza di rispetto verso gli altri”.

Dalla lettura di una serie di brani tratti da un repertorio che ha spaziato da Plutarco al Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupery, da Itaca di Kavafis all’Aurora di Nietzsche, il Prof. Ordine ha suggerito alcune riflessioni sulla conteporaneità. L’importanza del tempo e dei riti, ad esempio, contro la cultura globalizzatrice della quantità e della velocità; l’elogio al difficile, contro la tendenza all’abbassamento dei livelli in ogni campo, elemento grave e degeneratore delle nostre società; il valore dell’amicizia, come nel passo della volpe del deserto e il Piccolo Principe, contro la mistificazione dell’amicizia dei social forum.

“Chiediamoci se siamo noi che usiamo lo smartphone o sono gli smartphone a usare noi – ha affermato Prof. Ordine rivolgendosi agli studenti -. La modernità ci offre enormi possibilità ma bisogna fare attenzione a non subirla troppo, a non risultarne vittime, drogati”.

Alla base delle critiche del Prof. Ordine alla modernità e in particolare all’organizzazione attuale delle scuole nel mondo, la tendenza a essere incapaci di fare bene il proprio mestiere che è quello di studiare con profondità e soprattutto a mettere passione nelle cose.

“Tutto quello che facciamo – ha aggiunto – ci tornerà indietro, nel bene e nel male, e un giorno raccoglieremo i frutti. Chiedetelo al contadino”. 

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